PUNCH PUNCH FOREVER! E noi che siamo donne (su Newgrounds) | ANIMEHIRO
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PUNCH PUNCH FOREVER! E noi che siamo donne (su Newgrounds)

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PUNCH PUNCH FOREVER! E noi che siamo donne (su Newgrounds)

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Terreno nuovo per l’animazione (e il videogioco)

Chi fa da sè fa per sè. E si fa da sè con un dominio WWW. Tutti conosciamo DeviantArt, una community per nerd e sedicenti artisti, nonché otaku, che, avendo fallito in campo artistico nella vita reale, scelgono di postare le proprie penose creazioni online nella vana speranza di diventare famosi (cit.Nonciclopedia), in seconda battuta c’è il molto più vasto Newgrounds, dove oltre all’arte grafica c’è anche musica, animazione, persino videogiochi. Ed è da Newgrounds che viene Speedooru/Speed, parte di quella cerchia d’animatori indipendenti tra i quali abbiamo visto uscire quella Vivienne Vivziepop Medrano che ne discutono più che mai per il contratto (non segnato con il sangue) con Amazon Prime Video per quei suoi Hazbin Hotel e Helluva Boss cominciati da pochissimo da YouTube. Se la Medrano sfida la monolitica mascolinità dei cartoon per adulti oltretutto con un eroina, la principessa infernale figlia di Lucifero Charlotte Charlie Morningstar che non ha sorprendentemente nulla del cinismo di parodiacce similari, da Once upon a girl di don jurwich alla Principessa Clara di Drawn Together, a fin troppi sketch di Robot Chicken, anzi linguaggio periglioso a parte Charlotte avrebbe tutti i crismi di una vera principessa Disney, pure con il dovuto arsenale di i-want-songs (dopo le I’m always chasing rainbows e Inside every demon there’s a rainbow del pilot Starts with sorry e The show must go on) e una disarmante bontà, associata a un altrettanto disarmante ottimismo; che ci diano dei blasfemi, San Gregorio di Nissa è con noi, ma neppure il Padreterno in persona smentirebbe le redenzioni del suo hotel! Speedooru ci riporta ai pomeriggi in compagnia del Dragon Ball dell’appena diventato compianto Akira Toriyama-ma con un irriverenza sanguinolenta da veri Happy Tree Friends-con Punch Punch Forever!

Le donne erediteranno salveranno la Terra.

Il mondo come lo conosciamo è finito. L’impero dei demoni Akumukagai non si è nemmeno dovuto mettere chissà che di laborioso per sottometterci; le loro pedate sono cadute su di noi come fossimo una colonia di scarafaggi. Inoltre, in quello che potrebbe essere un omaggio alla Terra diventata OOo dopo la Guerra dei Funghi in Adventure Time metà del nostro loro pianeta adesso spetta a loro, talmente convinti a cominciare dal loro massimo leader, L’Imperatore Koron, della nullità di noi umani (dopotutto, l’esito per gli Akumukagai è stato abbastanza unilaterale……..)da aver indetto il Torneo dell’Infinito, in cui orde di demoni e valorosi guerrieri umani si combattono su un ring per il diritto di farsi esaudire un desiderio dall’Imperatore Koron in persona.

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I demoni Akumagai

La famiglia Matsumoto e la Mama

Nella “riserva” per umani, la famiglia Matsumoto, fatta da Gogo, piccola e occhialiuta con la rana domestica Cool Frog, la mamma…….Mama e la figlia maggiore acquisita Nono, una mezzademone che di starnuto in starnuto varia da umana a violacea diavolessa accorrono all’arena, visto che nonostante Gogo sia praticamente tascabile ha ricevuto una stupefacente ammissione al Torneo dell’Infinito, dimostrandosi ancora più strabiliante nel fare a pezzi-con un enfasi demenziale da Grattachecca & Fichetto-un piccolo esercito di demoni guerrieri, ricevendo congratulazioni persino dall’imperatore del Giappone (OVVIAMENTE non chi credete voi; sembra un sosia di Jack Black).

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Penso che ancora non siate pronti per questa musica… Ma, ai vostri figli piacerà!

Punch Punch Forever! E’ ovviamente una macchina di sgomento. Si capisce che come Hazbin Hotel il suo alveo è il cartoon per adulti, quindi Mastri Geppetto all’ascolto discernete per i vostri Pinocchio che questo è un Paese dei Balocchi sempre in agguato. Un Dragon Ball (scusateci se il lutto è fresco…..) con una famiglia disfunzionale stile Griffin e uno splatter colorato e demenziale da Happy Tree Friends  on un occhio (di sbieco) anche all’altrettanto pazzamente citazionista OK K.O! Let’s be heroes! Di Ian Jones Quartey, ex marito della Rebecca Sugar di Steven Universe, a sua volta un retromaniacale Dragon Ball meets Steven Universe meets Sonic meets MHA My Hero Academia, solo più da Adult Swim, viste le beffe che vengono fatte alla pudicizia.

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Essere donna oggi (con il matriarcato online)

Il pilota per una serie che gioca irriverente con la nostalgia e la subcultura memetica figlioccia del web 2.0, tra sgranature da VHS dei primi anni 80 e bastardizzazione dell’approcio postmoderno al cartoon seriale. Per durare così poco non ci dovrebbe essere granchè da dire, ma se ancora oggi discutiamo di simili megamini peristalsi immaginifiche è forse perché meno si dice più si dice, innanzitutto su come tra Newgrounds, DeviantArt, ArtStation, Tapas e WebToon abbiano dato una spallata in armatura a realtà più anziane e monolitiche. D’altronde l’epoca fantozziana dei piccoli content creators che in valigetta avevano le proprie idee da mostrare con la coda tra le gambe a arcigni presidentissimi sentendosi benedetti con acqua di Lourdes se si fanno assorbire dalla “macchina” è finita: il web è tanti per tanti, condividiamo idee e mele con la stessa vertiginosa ubiquità. Ecco quindi fanart e timidi cosplay di un progetto che come Hazbin Hotel ha tra i suoi muscoli più grossi un certo empowerement femminile. Cazzone e da maniaci delle tette, ma in qualunque altra masturbazione (pseudo)artistica avremmo avuto molto più fallocentrismo, qui invece la “salvezza” del mondo poggia sulle spallucce di ben 3 donne, ognuna diversa e-al netto della mancanza di chissà quali nuances-ognuna ben riconoscibile già solo dalla sigla:

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Gogo, la de facto protagonista, è una nanerottola con occhiali a fondo di bottiglia con una ranocchia domestica di nome Cool Frog. Al netto del non brillare affatto per intelligenza-prassi di ogni eroe shonen, su questo Fabrizio Venerandi aveva ragione-la nostra Marcie è una campionessa d’arti marziali talmente sorprendente da rendere Saitama un libro di cristallo aperto al confronto.

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Mama (si chiama davvero così, di più non dimandate) è l’amorevole, determinata e autorevole madre biologica di Gogo e matrigna della sua figlioccia e per Gogo sorellastra semidemoniaca Nono. Anche se solo nella sigla vediamo che sotto le “castigate” suppellettili da casalinga di Voghera la nostra mammina nasconde un fisico da lottatrice di wrestling-svestita all’uopo con colori da Chupa Chup alla fragola-che fa sembrare Jessica Rabbit un asse da stiro al confronto. Seni, glutei a cocomero e cazzimma da Baluchitherium che le rende una passeggiata eseguire una devastante Tombstone Piledriver su muscolosi demoni maschili. Una donna da sposare

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Infine, l’ultima dea; Nono Matsumoto, la mezzademone triggerata dall’acqua (e dai raffreddori che ti buschi quando t’inumidisci) à la Ranma 1/2. Chiaramente adottata, nonostante preferisca guardarsi…questo pur con i suoi modi ruvidi e misantropici si mostra estremamente protettiva e supportiva con la sorellastra, e anche se forse no, tra i suoi poteri demoniaci rientra una lingua di bronzo che sarebbe meglio far sì che non usi mai con noi

In un epoca matriarcale come la nostra Punch punch forever! Trash a parte è indubbiamente un manifesto, da maniaci delle tettone quanto si vuole ma figlio del basso, innamoratissimo della stessa materia di cui è fatto e pieno di personaggi pugnaci e dalla personalità semplice ma ben cesellata. Non è nuovamente da sorvolare come questo empowerement tanga un ideale shonen, votato alla demenzialità più esagerata da Bobobo-bo Bo-bobo con la cloaca del più scellerato Panty & Stocking with Gatherbelt (e l’ancora più cerebroleso Sex & Violence with Machspeed), ma sempre di Weekly Shonen Jump parliamo. Non tedieremo nessuno con la storia dei rapporti di genere negli shonen, ma Oriente e Occidente-e come il secondo percepisce il primo-sono la fame e la sete su questo come su alcuni altri punti.

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Hiro e Baymax secondo Hiroyuki Imaishi

L’Occidente ci ha disabituato ai guaiti di Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood (senza rancore, ma sta specie di Nilde Iotti di una letteratura che lei per prima rifiuta di definire fantascientifica ci è abbastanza indigesta e quando sorride sembra il Grinch…….scusate l’acidità, ma gente che ha detto che Simone Pillon non va ascoltato perchè indossa il farfallino si merita solo la gogna pubblica), che imbestialirebbero quell’indimenticato Ray Bradbury che sulle femministe diceva Esistono due razze di persone: gli uomini e le donne.

Le ragazze di Torino sognano Tokyo ma vanno a Berlino

Poco importa ciò che le femministe vogliono farci credere o i deliri dell’ultimo film di supereroine o l’ultima riscrittura politicamente corretta di questo/quello («il capo dei pompieri descrive come le minoranze, una per una, tappino le bocche e le menti della gente, rievocando dei precedenti: gli ebrei odiavano Fagin e Shylock – bruciateli entrambi o, almeno, non menzionateli mai; ai neri non piaceva che il negro Jim stesse sulla zattera con Huck – bruciatelo, quantomeno nascondetelo; i gruppi conservatori, difensori del valore della famiglia, detestavano Oscar Wilde – tornatene nell’armadio, Oscar; i comunisti odiavano la borghesia – fucilatela!).

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Siamo ragazzini annoiati, impazienti e obbiettori.

Ogni tanto, sapete com’è, ci piacere fare i John Carter e gli Han Solo che salvano scosciate Leia Organa senza venir tacciati come stupratori ancora senza prede e con l’epica moderna di Guerre Stellari riscrittaci alle spalle. I flop a mitraglia, Rogue One che imbarca più quattrini di Episodio IX l’ascesa di Skywalker (Rei, non Luke ovvio), il devastante salto in avanti di Alita l’angelo della battaglia su Capitan Marvel, un settore dell’intrattenimento grande 2 continenti che nell’elargire rispetto e voyeurismo mediatico con vent’anni di ritardo implode come una stella di neutroni: Ragazze elettriche di Naomi Alderman e Donne di un altro pianeta di Ono Miyuki  è la Mirabilandia di una generazione cresciuta a pane e Superchicche che picchiano biondissime supercriminali misandriche. E ovviamente non è un caso che citiamo una giapponesina capace di coadiuvare la carogna provata nell’ormai lontano 2008 verso quell’Obama che doveva farci pentire di un infanzia passata sotto Bush e Clinton (che negli Animaniacs suona il sax) noi che in quel frangente stavamo già al liceo della nostra adolescenza e tutto volevamo meno che ci togliessero il diritto a essere un pò neofascisti e fancazzisti, che manco gli anni 80 vi siete goduti. Basta pensare a Sailor Moon e a come temi come “l’empowerement femminile” ( il potere corrompe, ti fagocita, tira dentro di sé! […] mio istinto è sempre stato starne lontano. proprio lontano, mentre oggi vedo tanti giovani che godono, fioriscono all’idea essere vicini al potere, dare del “tu” andarci a letto col cena per trarne lustro, gloria, informazioni magari. Io questo non lo ho mai fatto, potete prenderla anche come una forma di moralità, un senso di orgoglio, gli stavo faccia a faccia, lo guardavo, e lo mandavo a fanculo, al potere. Aprivo la porta, ci mettevo piede, entravo dentro, ma quando ero nella sua stanza, invece di compiacerlo, controllavo cosa andava, facevo le domande alla tiziano terzani) e rappresentazione dell’omosessualità (C’è un’associazione in Francia […] che auspica, per gli omosessuali, l’abolizione del ridicolo, e il riconoscimento della “parità dei diritti”: una specie di nuovo femminismo, che si potrebbe chiamare terzosessismo. Forse hanno ragione, chi lo sa. E forse, un giorno, la spunteranno. Ma che tristezza, quando la spunteranno. Sarà tale la tristezza che, vedrete, non ci sarà più nessun gusto a peccare di questo peccato. E non dovendo più nascondersi, non dovendo più sfidare il ridicolo, tutti, anche i meno tranquilli, capiranno che tanto vale amare le donne Mario Soldati) li sbrigasse senza le trombe di Gerico che sentiamo da Cartoon Network e Disney.

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Non ridete; succederà un giorno

Quant’è che valiamo?

Non è il Basso che si fa obbedire, è l’Alto che lo fagocita e gli rende impossibile una ripensante disobbedienza.

Non ci credete? Fatevi un giro sul fandom di Steven Universe, la risposta “queer” ad una lunga stagione in cui le generazioni più vecchie vedevano cartoon colmi di stereotipi di genere (Michele Giarratano), dove l’artista di DeviantArt Zamii è quasi arrivata a suicidarsi calunniata per una fanart di Quarzo Rosa dimagrita. Ma dopotutto come detto da Mattia Carbone l’inevitabile incontro tra qualcosa e Internet, tra Rule 34, 4chan e Encyclopedia Dramatica. E se volete un immoralità ancora più grande da parte di questi re nudi eccovi favellata la storiella di Ollie Jones: Ollie Jones è morto di un male raro, a soli 4 anni.

Era piccolo, ma aveva già maturato un vero attaccamento al personaggio di Spiderman, un eroe a cui era particolarmente legato.

Ma quando il padre ha chiesto di incidere sulla lapide il personaggio amato dal figlio, incredibilmente, si è visto opporre un secco e “politicamente corretto” rifiuto.

La Disney, che detiene i diritti sui personaggi Marvel, ha infatti rifiutato il consenso all’utilizzo del personaggio, seppure al di fuori di finalità commerciali e certamente nell’ambito di un “pubblico” assolutamente limitato (la cerchia familiare).

Salvaguardare “innocenza” e “magia” dei personaggi Disney è la giustificazione che la Major ha opposto, seppure molto più probabilmente la spiegazione risieda nel timore di un rischio di “impropria” associazione tra l’eroe vincente e un tema tra i più “sfigati” che esistano, la morte di un bambino per un brutto male

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Disney vergognati

Speedooru e il suo Punch Punch Forever!

Non cambieranno le cose dall’oggi al domani. Questo è un fatto: anche Hazbin Hotel ha tosto mostrato un lato che non vorremmo mai voluto che avesse, ma autoctono come poche cose di Internet. Ma come ostentazione del potere degli ultimi rimane notevole: l’animazione è solida, il minestrone con il live action non ha grinze, il doppiaggio è amatoriale ma antiproiettile. Diventerà qualcosa di più grande? Solo le mani invisibili lo sanno, e chi non credeva all’avvento dello streaming guarda caso oggi ha un auditel sotto lo zero e il decoder rivenduto su Ebay.

Shigeru Miyamoto era un coatto

Concludiamo il tour de force con gli svarioni nel live action. Niente in stile Roger Rabbit, ma un operazione in stile Natural born killers assassini nati di Oliver Stone in cui lo youtuber e collega SephirothSword57 interpreta l’imperatore del Giappone meno credibile dai tempi di Totò catonghese di Tototruffa 62 di Camillo Mastrocinque, accompagnato da pubblicità retrò intrinsecamente Synth e Vaporwave. La loro analisi semantica ci obbligherebbe a scrivere un altro articolo-ENCICLOPEDICO-ma anche a mò di conclusione possiamo dire che, di riffa o di raffa, è questo l’unico tallone d’Achille di un prodotto a cui auguriamo anche maggior fortuna di quell’altro figlio di internet che è Hazbin Hotel (non deludente, ma accidentato). Simon Reynolds ha scritto un intero saggio su questo nostro ottavo girone, Marco Andreoletti nel suo saggio Ho fraggato Andy Warhol da Gamedrome cinema e videogioco in 100 film e oltre a cura di Daniele Silipo si circoscrive solo alla Pop Art videoludica, ma anche lui non ha peli sulla lingua: siamo dal 2010 in poi persi in un passato recente dai caratteri problematici: se l’estetica Traumacore affrontata da Davide Sisto in Ricordati di me e quella Synthwave da Edoardo Pasolini sulle pagine del Primato Nazionale sono più che nostalgia anemoia (ma Goethe e Mussolini davvero rimpiangevano un Medioevo e un impero romano così diversi dai loro romanticismi?) e Speedooru occupa la casella con la precisione con cui Enzo Mari disegnava i suoi animali combinabili come un Megazord o una schermata di Tetris. Ma a quale passato con lui stiamo guardando? Quale futuro Punch Punch Forever! Vaticina? Sia quel che sia, c’è già l’ episodio 2 in onda. Ne riparleremo al prossimo round.

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