FEARLESS EMPIRE | ANIMEHIRO
LOADING

Clicca per cercare

FEARLESS EMPIRE

Racconti

FEARLESS EMPIRE

Correva l’anno 6499 a.C. nella Galassia della Fenice Regina, esattamente un anno di regno dell’Imperatore Burthor I, sovrano di Otampan e delle tribù unite dei Barasseron e degli Orucs. La sua elezione, dapprima, non aveva suscitato grande interesse per la Repubblica degli Umani, con capitale Jinn, ma alcuni ingegneri umani si erano diretti lì, attratti da qualcosa …

Troppo tardi gli umani scoprirono cosa stessero progettando: navi da guerra, armi per il neonato impero pronto a dar guerra alla Repubblica.

Trecento settantacinque dopo, infatti, l’Imperatore stesso, durante l’inaugurazione della prima nave, si sentì in dovere di “mostrare i muscoli” contro gli umani.

Barasseron maschio

Il cantiere navale, un complesso di edifici a pianta rettangolare sottostanti una piattaforma circolare dalla quale uscivano le navi da guerra, costruite proprio in quegli edifici, era stato eretto nei pressi del lago Dalluk e ne sfruttava l’acqua trasformandola in energia elettrica e lì si mostrava per la prima volta una nave da guerra imperiale costruita da ex ingegneri repubblicani, delusi per la deriva autoritaria ed assomigliava ad un animale visto su un altro pianeta.

L’Imperatore stesso, che indossava una corona sulla testa calva e orecchini con zaffiri sull’orecchio sinistro che si allungava, mantello di pelle marrone pregiato e una spada d’oro alla vita guardava la creazione commissionata e si sentiva potente ma anche ammirato per cotanto genio.

Arrivò da lui il Comandante Supremo Duat, l’Orucs, alieni vicini dei Barasseron dalla pelle rossa.

-È ciò che ci meritiamo: il Dominio! – disse il soldato.

La nave, però, era vuota e non c’era l’idea iniziale di caricarvi soldati.

-Manda chi vuoi a pilotare questo gioiello, esci dal pianeta e manda un segnale agli umani! Noi non abbiamo paura di loro e ci riconoscano non solo la nostra indipendenza ma anche la nostra forza. Ci rispettino e noi faremo altrettanto! – disse Burthor I.

Duat, detto l’Invicibile, storse il naso.

L’Imperatore se ne accorse e lo guardò.

-Metti in discussione un mio ordine Comandante? –

-Ti ricordo che hai deciso tu di tradire i tuoi simili alleandoti con noi ma sappi che se non era per noi tu eri ancora ora una nullità! Non alzare la voce e andrò io stesso sulla nave e manderemo un segnale importante alla Repubblica. Dopo tutto sarà diverso! –

Duat se ne andò e raggiunse la passerella per entrare nella stiva dell’immensa nave da guerra con l’Imperatore che si sentiva impotente.

Decise di andarsene, adirato come non mai e fu seguito dai suoi simili per capire cosa non andasse.

Venti minuti più tardi la nave da guerra s’alzò in volo ed erano presenti, oltre a Duat, un equipaggio di soli umani, arruolati grazie alle conoscenze degli ingegneri che manovrarono il trasporto fuori dal pianeta.

Il Comandante, sul ponte di comando a cui lati stavano gli addetti alle telecomunicazioni e alle armi, osservava la sua casa e si mostrò soddisfatto.

-Coordinate mio signore? – chiese un ragazzo dai capelli mori, occhi azzurri e divisa celeste.

-Vicino a noi sta il pianeta Ithli. La Repubblica sembra lo usi più come deposito che altro e disturba l’Impero. Cercatemi i canali ufficiali di Jinn e una volta che avrò davanti un loro rappresentante vi dirò io cosa fare! Sono stato chiaro? –

Il giovane annuì e poco dopo comparve l’ologramma di un uomo barbuto, stempiato, divisa di colore verde pisello.

-Con chi ho il piacere di parlare? – domandò Duat.

-Ammiraglio Byrne! –

-Ammiraglio Byrne, la vostra continua mancanza di rispetto ha esasperato i popoli fieri e valorosi degli Orucs e dei Barasseron e quanta fatica faccio a dire questa frase viste le lotte secolari tra i due popoli e mentre noi siamo diventati una cosa sola voi continuate a conquistare mondi dietro la scusa della cultura. Oggi finisce questo! Sparate contro Ithli: potenza massima dei cannoni! –

Gli umani credettero di non aver capito l’ordine del Comandante e non lo eseguirono.

-Ma mio signore … –

-Fatelo! Ora! Fuoco! –

A malincuore i sottoposti aprirono il fuoco contro il pianeta di Ithli aspettando che il Comandante dicesse basta.

-Non potete fare ciò! È dichiarazione di guerra! –

-È ciò che voglio Ammiraglio! – rispose a tono Duat.

L’attacco durò per dieci minuti abbondanti.

-Che stai facendo Duat? Non è ciò che volevamo! Fermate il fuoco! –

Burthor I intervenne con la sua voce tramite l’apparecchio radiofonico e gli uomini smisero di sparare.

-Cosa state facendo? Non vi ho dato l’ordine! –

-L’ho fatto io. Rientra qui immediatamente! –

L’Imperatore era infastidito mentre Duat tutt’altro.

-La vostra azione non resterà impunita, ve lo garantisco! – esclamò l’Ammiraglio Byrne.

L’ologramma sparì poco dopo e chi pilotava la nave fece marcia indietro verso Otampan.

Una volta tornati sul pianeta Burthor attendeva Duat e una volta percorsa la passerella il Comandante teneva lo sguardo basso.

-Ti ha dato di volta il cervello? Hai dichiarato guerra alla Repubblica senza prima consultarmi! Questo è tradimento! –

Duat si avvicinò all’Imperatore, sempre a capo chino.

-Addio Burthor I! –

Puntò una pistola all’addome del sovrano e gli sparò un colpo in pieno stomaco.

-Così a Burthor I succederà un altro sovrano che perseguirà la politica di conquista e di aggressione perché è ciò per cui siamo destinati! –

Lascio cadere in avanti il precedente sovrano e al capezzale arrivò un giovane Barasseron che aveva un ciuffetto di pelo sulla testa.

-Qual è il tuo nome? – chiese Duat.

-Mi chiamo Sitha mio signore! –

Duat si inchinò.

-Sitha I, Imperatore degli Orucs e dei Barasseron, sono qui per servirti! –

Il giovane non sapeva cosa fare.

Alle sue spalle arrivò un Orucs che gli pose la corona.

-Lunga vita al nuovo Imperatore! –

Il giovane sentì la soddisfazione e l’estasi dentro di sé e si mostrò fiero.

Tags:
Articolo Precedente

Potrebbe piacerti

Lascia un Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *