CRAZY WAR SURVIVOR – Stessa Storia
-Sei davvero sicuro di voler sapere ciò che so io? Ciò che dirò ti spaventerà a morte! – disse Callum Martin.
Deacon sorrise sornione, mostrando interesse. Alzò le sopracciglia, tirò fuori la lingua.
-Dimmi ciò che sai, artista! –
-Parto col dire che nessuno qui ha le capacità per capire cosa ho scoperto … –
-Silenzio! –
Jonathan era tornato alle celle, aprì quella dove si trovava Callum Martin e, armato di manganello, sembrava volerlo picchiare.
Colpì una volta, due, tre volte fino a quando le ginocchia del pittore cedettero, trovandosi sul pavimento.
Sferrò un pugno sul volto, lo tirò su prendendolo per il collo e cominciò a soffocarlo.
-Non avrò pietà! – disse l’inserviente.
Alle spalle i due inservienti di prima accorsero per allontanarlo ma era una furia e li colpì.
Uno dei due, che teneva le chiavi, dopo esser stato colpito da Jonathan diede le spalle a Deacon e fu un grosso errore: quest’ultimo, dopo aver messo fuori le braccia, tirò contro le sbarre l’inserviente e strinse il collo con l’avambraccio.
Nel mentre prese le chiavi con la mano sinistra.
Spinse contro la sbarra l’inserviente una volta in più sbattendo la testa.
Deacon aprì la cella e ne uscì, prese il manganello e si avvicinò a Jonathan.
Caricò il colpo ma venne fermato sul nascere: l’altro inserviente lo bloccò.
Jonathan, nel frattempo, aveva lasciato perdere Callum Martin e si rese conto che Deacon era uscito.
Afferrò quest’ultimo alla vita.
-Non mi scapperai! –
Martin, con un impeto, si rialzò e fu dietro Jonathan e mise le dita negli occhi del gigante facendo pressione sia con le dita che con le unghie stesse, facendolo sanguinare.
Deacon, caduto a terra, si era alzato e con il manganello colpì sulla fronte l’inserviente.
Urlò per il godimento e sentì le vibrazioni nel corpo, una scarica di adrenalina.
Si voltò verso Jonathan e riprese il manganello per colpirlo ma Martin lo fermò.
-Uccidiamolo in una maniera straordinaria, da leggenda, che rimarrà nella storia! –
Deacon scoppiò a ridere e si sfregò le mani.
-Facciamolo alla svelta, però: arriveranno altri ed è meglio andarcene da questo posto! –
Si misero ai lati di Jonathan che premeva sugli occhi feriti e lo sollevarono di peso.
-Che facciamo? Come lo uccidiamo? – domandò Deacon.
Martin chiuse gli occhi per diversi secondi; poi rispose:
-Gettiamolo dalla finestra ma a testa in giù e poi ce ne andremo! – disse Callum.
Trascinarono il corpo dell’inserviente fino alla finestra più vicino e che dava sul giardino esterno frontale.
Callum chiuse gli occhi, nuovamente.
-Perché fai così? – chiese Deacon.
-Lo capirai! – rispose il pittore.
Tirarono su il malcapitato e lo spinsero contro il vetro, facendolo cadere giù per diversi metri e, una volta a terra, batté violentemente il collo rompendolo.
Deacon scoppiò a ridere.
-Stesse persone, stessa storia. Ogni volta. Ti avevo avvertito! – esclamò Martin.
Deacon lo guardò con curiosità.