Attack on titan, manga vs anime, le 5 maggiori differenze.
Attack on titan rappresenta uno dei più riusciti Anime degli ultimi tempi, il manga post apocalittico e dark scritto e disegnato da hajime Isayama, ambientato in un mondo dove i superstiti dell’umanità vivono all’interno di città circondate da enormi mura difensive a causa dell’improvvisa comparsa dei giganti.
E con questo articolo non vogliamo di certo insinuare che ci siano troppe differenze tra il prodotto originale (manga) e l’adattamento animato di attack on titan: forse meglio conosciuto in italia con il nome “L’Attacco dei giganti”nonostante sia uno degli anime che più è fedele al prodotto da cui è preso. mostriamo di seguito le principali differenze tra i due.
Di certo però bisogna dire che qualche divergenza qua e là c’è, soprattutto dal momento in cui un anime per funzionare – e per farlo come lo fa AOT – ha bisogno di determinate spinte che lo fanno allontanare dal prodotto di partenza.
Quindi quali sono le principali differenze tra l’anime e il manga “L’Attacco dei Giganti?”
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L’addestramento del gigante di Eren
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Le motivazioni
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La ribellione
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Un finale più tetro
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Parti del futuro
Nel manga, l’addestramento del gigante di Eren prende molto più spazio mentre nell’anime, all’inizio della terza stagione, viene mostrato solo l’ultimo passaggio del suo addestramento. Viene infatti spiegato che, ogni volta che Eren si trasforma, il suo gigante si indebolisce: nel manga tutto questo viene mostrato nei minimi dettagli per far capire ai lettori anche il gigante di Eren ha dei limiti.
Nel secondo episodio della terza stagione, Sannes confessa le atrocità commesse, entrando però più nel dettaglio nel manga. Finalmente scopriamo che l’assassinio del padre di Erwin e quello dei genitori di Armin sono fatalmente collegati anche all’omicidio della madre di Historia.
E’ la polizia militare a compiere questi atti, ma la motivazione potrebbe essere sfuggita a chi guarda solo l’anime: la morte di questi personaggi e il successivo insabbiamento sono avvenuti per impedire l’avanzamento tecnologico della civiltà all’interno delle mura, che non doveva sospettare di trovarsi sull’ isola di Paradis.
Il concetto di ribellione nella terza stagione è legato al personaggio di Erwin Smith, comandante del corpo di ricerca che ha come scopo quello di raggiungere ad ogni costo la cantina in cui abitavano Eren e la sua famiglia, per riuscire a trovare i segreti delle mura.
Grazie al suo personaggio l’anime ha seguito il processo di ribellione, concentrandosi su aspetti quali strategie e combattimento, in cui i giganti venivano sostituiti dal nuovo nemico umano. Leggendo il manga invece si vede queste periodo come un vero colpo di stato.
Nonostante il manga contenga molti più dettagli dell’anime, quest’ultimo è riuscito perfettamente a darci l’idea di completa oscurità nella quale ci trovavamo noi e i personaggi stessi dell’anime. Mentre nel manga si digerisce un poco alla volta il fatto che la realtà che circonda Eren, Mikasa e compagni è solo una piccola parte del mondo in cui vivono, nell’anime ci viene detto da un momento all’altro, svelandoci una pesantissima realtà.
Ci sono poi gli elementi futuri che vengono mostrati più facilmente nell’anime, rispetto al manga, che ne è completamente sprovvisto.
Uno di questi è quello visto alla fine della terza stagione: mentre “Requiem der Morgenröte” i produttori hanno pensato di farci tenere con il fiato sospeso mostrandoci cosa sarebbe successo nella seconda parte di stagione.