CRAZY WAR SURVIVOR – Nel bosco – Parte 2 (finale)
-Che stai facendo Deacon? Ti colpisci da solo? Sono la tua salvezza, sono nella tua testa …sono la tua coscienza! Uccidilo ora! –
Callum Martin si avvicinò al compagno di fuga ma intravide qualcosa di sinistro nel suo sguardo che non aveva mai visto.
-Questo era ciò che non pensavo! – disse il pittore.
Deacon schiumò di rabbia e la bava usciva dalla bocca, gli occhi si erano alzati; sembrava posseduto.
-Non lasciare che fuoriesca! Combatti Deacon Smith! – disse Martin.
All’improvviso quest’ultimo svenne in avanti e sputò sangue.
Callum Martin si armò di un sasso grande quanto la sua mano come arma di difesa.
-Chi ho di fronte? Deacon Smith o Havoc? – domandò il pittore.
Il suo interlocutore scoppiò a ridere di gusto e le sue risate echeggiarono forte nella fitta boscaglia.
-Havoc mi hai chiamato …bel nome, mi si addice per ciò che sono ora! Hai aiutato quest’uomo a fuggire da una prigione dove sarebbe morto, hai asserito cose di cui non conosco nulla, come se sapessi molte cose e ora mi dai un nome che nemmeno conoscevo! Quante cose sai Callum Martin? –
-Non osare avvicinarti! Ti ucciderò! –
Deacon, anzi Havoc, assalì improvvisamente il pittore e cominciò a sferrare colpi a mano aperta molto forti ai polmoni, ai fianchi, per poi passare ad affondare le unghie negli occhi del pittore fino a fargli uscire sangue; in questi atti Havoc se la rideva di gusto, si divertiva.
Ad un certo punto mollò la presa, il suo volto cominciò a cambiare, come se stesse rinsavendo.
-Dove mi trovo? Dove sono? –
Guardò le mani ed erano sporche di sangue e a terra c’era colui che l’aveva aiutato a fuggire.
-Callum! –
Volle andare al capezzale dell’amico sincerandosi delle sue condizioni e il pittore, che era una maschera di sangue, con voce tremante disse:
-Il mio destino in ogni linea temporale era quello di svegliare quella tua parte sopita, malvagia, vera che hai sempre avuto e ora eccola qua. Speravo di potermi salvare, almeno io, ma il destino dei Callum Martin è quello di essere la prima vittima ufficiale di Havoc. –
Mise la mano destra sulla guancia sinistra del compagno di fuga, gli sorrise.
-Ora uccidimi e ti sei sempre inventato un modo diverso di farlo! –
Deacon Smith, ancora in sé, scoppiò a piangere e sembrava colpevolizzarsi di quegli atti ma una scintilla prese possesso del suo corpo e tornò l’anima malvagia.
Havoc sollevò Callum Martin e lo trascinò sul terreno irregolare con le radici sparse qua e là fino ad un piccolo ruscello.
Lì immerse la testa del pittore e lo tenne per circa un minuto fino a quando non si batté più: era stato ucciso.
Tolse il capo di Martin e lo guardò: sorrideva, come se fosse soddisfatto, nell’ultimo istante, di morire.
Havoc si batté i pugni sul petto, felice e soddisfatto.
-Deacon non esiste più! Oggi è il giorno di nascita di Havoc! –