SNAKE COMMANDOS – 4 – Il Tesoro
Matt Axl Thomson, che si trovava al sito archeologico a supervisionare gli scavi che stavano avvenendo vicino ad una caverna immersa nella palude mantenendo i suoi abiti firmati, era in contatto con Kip Sparrow sugli ultimi avvenimenti.
-La prima linea è stata abbattuta e presto i mercenari entreranno in città. Come agiamo? – domandò il soldato.
Thomson si grattò la fronte sudata, strinse le mani per la rabbia e attraverso la radio disse:
-Hai carta bianca su come intervenire mio caro! La cosa più importante è recuperare il tesoro, portarlo via e nasconderlo. L’interesse verso questo regime e Ouédraogo può cadere anche tra dieci minuti se abbiamo preso ciò che serve. Kip, cerca di trattenerli il più possibile! –
-Sì, signore! – rispose Kip.
Thomson mise la radio nella tasca della giacca e si accorse che si era formato un capannello attorno all’imbocco della caverna e ciò lo portò ad avvicinarsi.
Si fece largo e, con sua somma sorpresa, fu testimone del ritrovamento del tesoro, ovvero un corpo avvolto da un lungo telo di lino e mummificato insieme ad esso, corpo possente ed altezza sul metro e novanta.
Matt toccò il corpo e sentì i brividi; chiuse gli occhi e sorrise.
-Finalmente sono riuscito a trovare il corpo di una leggenda tenuta nascosta per così tanto tempo che ho temuto fosse tutto falso, ma mi sbagliavo: il Generale Kahos, colui che arrivò con una piccola armata per conquistare la Terra millenni fa quando i nostri antenati vivevano in capanne e cacciavano mammut. Mi sento potente! Prendetelo e caricatelo sul mio elicottero! – ordinò Thomson a chi era presente.
Gli Snake Commandos, una volta eliminata la prima linea, arrivarono ad appoggiarsi al muro della cinta difensiva e Black Mamba, dopo aver gettato a terra il lanciagranate scarico, chiese ai suoi come stessero.
-State tutti bene? –
Annuirono tutti, senza proferire parola.
Rattlesnake si allontanò per un istante ed appoggiò della c4 in un punto ben preciso del muro.
Ritornò dai compagni e si vedeva che era soddisfatto.
Di lì a poco la c4 esplose e si aprì un varco.
-Entriamo a Narg amici? – domandò Rattlesnake.
Black Mamba si staccò per entrare nel varco.
Raggiunta la periferia si trovò dinanzi un bambino dalla pelle nera, canottiera grigia e pantaloncini di colore marrone, che stava mangiando del pane inzuppato nell’acqua. Costui gli sorrise e la sua mente lo riportò a quell’evento di cui parlò prima della missione, ovvero di Klint e di quando si beccò una pallottola nella coscia per salvare un’intera famiglia.
Passò oltre e il bambino, improvvisamente, lo tirò per i pantaloni.
Arrivarono i compagni di Black Mamba tenendo i fucili in posizione, pronti a sparare, temendo fosse un’imboscata.
Il leader fece cenno di stare calmi e guardò il bambino.
-Ho visto il mio amico morire per i militari e quando sei entrato ho temuto per la mia vita ma tu non mi hai fatto nulla! Non dimenticherò mai questo gesto! – disse il giovane.
Una donna sembrò chiamarlo e si presentò una donna sulla quarantina, robusta, con un vestito lungo a fiori di colore bianco e un foulard viola.
Il piccolo la raggiunse e pianse per averlo lì con lei.
-È meglio che attraversiate quel varco e ve ne andiate immediatamente: non è sicuro restare qui. –
Black Mamba fece cenno di andarsene.
Mamma e figlio fecero come diceva e lasciarono la città.
Una volta girati videro il palazzo.
-Ci siamo! – esclamò Python.
Alla loro sinistra, però, con somma sorpresa, videro sopravanzare un carro armato nella loro direzione.
-Si mette male! – disse Cobra.